Ovviamente le ben più note pinne da nuoto o immersione, pur non avendo il tipico profilo alare (e quindi discostandosi dal modello fluidodinamico di quest'ultimo), funzionano sfruttando principi simili, solo che, in questo caso, l'interesse non è posto sulla portanza, ma sull'incremento passivo della cosiddetta spinta. Come recita infatti un passo del già citato articolo How fins affect the economy and efficiency of human swimming:
Come sottolineato da Abbott et al. (1995), quattro forze fondamentali agiscono su una barca (o un corpo) in acqua: sollevamento, peso, resistenza e Spinta. [...] Le pinne sono destinate a migliorare la frazione della forza (Spinta) che è utile per spingere il corpo in avanti. In altre parole, essi hanno lo scopo di migliorare l'efficienza propulsiva della locomozione acquatica.
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