Come già detto, la riproduzione artificiale delle pinne non è volta esclusivamente al più noto utilizzo umano come supporto alla natazione, ma anche alla produzione di protesi per animali marini mutilati.
Un esempio ci viene dal seguente articolo pubblicato sul sito di "National Geographic Italia" nel 2013 in cui la giornalista Carrie Arnold racconta l'impianto di pinne artificiali su una tartaruga che aveva perso quelle di cui era dotata naturalmente a seguito di uno scontro con uno squalo.
L'articolo, da cui è estratta la foto, si può ritrovare al link seguente: http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2013/02/22/news/null-1524896/
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RispondiEliminaa tratti commovente, bravo complimenti continua così
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